Occuparsi di nutrizione vuol dire avere consapevolezza dell’importanza del ruolo più generale che il cibo ha nella nostra vita, nella nostra quotidianità. Il benessere individuale passa anche per un sano rapporto con la nostra alimentazione, con ciò che mettiamo nel carrello, in tavola e quindi nel nostro corpo. Ma questo processo di costruzione di benessere non è scontato, soprattutto alla luce di un aumento di casi di forme patologiche di comportamenti alimentari tra giovani e giovanissimi.
Per questa ragione, oggi, in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, come impegno per la sensibilizzazione verso il problema sempre più diffuso dei Disturbi del Comportamento Alimentare, vogliamo condividere con voi un approfondimento sul tema realizzato grazie al contributo dei fisiologi della nutrizione del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) infatti, definiti come “Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”, sono contraddistinti da comportamenti legati all’alimentazione che alterano il consumo o l’assorbimento di cibo, compromettendo in maniera significativa la salute fisica e il funzionamento psicosociale di chi ne soffre. Essi rientrano ad oggi tra le cause più frequenti di disabilità giovanile ed è preoccupante la loro diffusione, soprattutto nella fascia femminile tra i 12 e i 25 anni, per quanto riguarda la Bulimia, l’Anoressia Nervosa ed il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder).
I DCA possono essere distinti in sei tipi:
- Anoressia nervosa, restrizione nell’assunzione di calorie e invalidante paura di ingrassare che modifica la reale percezione del corpo.
- Bulimia nervosa, provocarsi sensazioni di rigetto per evitare di assumere peso dopo l’assunzione di grandi quantità di cibo.
- Disturbo da binge-eating, incapacità di astenersi dal mangiare fino a perderne il controllo.
- Pica, ingerire sostanze non commestibili e potenzialmente pericolose come sapone o carta.
- Disturbo da ruminazione, rigurgito di cibo che viene poi rimasticato e ingoiato nuovamente.
- Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, incapacità di soddisfare i principi nutrizionali più adatti.
Con il supporto di esperti e specialisti della nutrizione, vogliamo dunque nel nostro piccolo porre l’attenzione su un problema di grande portata che include anche i ragazzi più giovani. In modo che si faccia chiarezza sulle possibili risoluzioni, incoraggiando chi ne soffre a chiedere aiuto e a ritrovare un rapporto col cibo piacevole e salutare.
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